Marco Mantesso

 

Già da bambino era affascinato da macerie, rovine, relitti e vecchi edifici. Oggi dà nuova vita ad oggetti abbandonati e ferrosi.

“Arte è far vedere a colori quello che di solito si vede in bianco e nero”

Vi presentiamo Marco Mantesso, nato a Bassano del Grappa nel 1980. Già da bambino era affascinato da macerie, rovine, relitti di ogni genere e vecchi edifici abbandonati. Dà oggi nuova vita ad oggetti abbandonati e ferrosi, trasformandoli in qualsiasi cosa gli passi per la testa.

Conosciamolo meglio in questa breve intervista:

COSA VUOL DIRE PER TE FARE ARTE OGGI?
Per me vuol dire far vedere a colori quello che solitamente si vede in bianco e nero. Ovvero mostrare altre sfumature di realtà rispetto a quelle comunemente percepite.

QUALI SOGGETTI PREDILIGI CREARE?
Spazio molto ma in particolare amo ritrarre gli animali nelle loro forme più disparate. Rettili e insetti per le loro strane e rigide conformazioni, i mammiferi per le loro pose morbide. Spesso le mie composizioni ritraggono esseri umani intenti nei loro vari impieghi.

QUALI SONO LE TUE FONTI DI ISPIRAZIONE?
Una mia fonte di ispirazione è prendere tutto ciò che in genere si dice sia brutto, sporco e inutile, e vederci forme nuove e vite nuove. La pigrizia fa parte della mia filosofia creativa: il mio obiettivo non è la perfezione tecnica bensì trasmettere emozioni.

QUALE SARA’ IL RUOLO DELL’ARTE IN FUTURO?
L’arte nel futuro sarà, molto più di oggi, un modo per pensare alle cose in maniera diversa e apprendere l’intrinseca inaccessibilità della realtà fenomenica.

Ph: Roberto Casasola

OPERA PRESENTATA AL CONCORSO
“GIRAFFA”