La storia

La vita di Lino è un’incredibile storia di coraggio, dignità umiltà e duro lavoro che iniziò a Orzano di Remanzacco, in provincia di Udine, in un lontano 1922. La sua infanzia e la sua giovinezza trascorsero in miseria e ristrettezze:
crebbe in una famiglia numerosa che si sosteneva con il lavoro dei campi.
Quel periodo così difficile fu la matrice di tutta la vita di Lino, poiché costituì il motore della sua volontà di fare, crescere, migliorare e lavorare per l’intera esistenza.
Scoppiata la Grande Guerra Lino, che amava la musica e aveva imparato a suonare la tromba nei due anni frequentati presso l’Istituto Iacopo Tomadini, fu assegnato alla Banda Musicale della Seconda Armata. Nel 1943 quando il Regno d’Italia si arrese alle forze alleate, fu imprigionato dai nazisti e deportato nei campi di lavoro della Ruhr.
Reduce dalla tragica prigionia, con la nobile tenacia dei pionieri, fece di quella tragedia una opportunità, dedicando la sua intera vita al lavoro.
Poliedrico nello spirito e negli affari, cominciò la sua ascesa nel mondo dell’imprenditoria dal nulla, sorretto da vere e proprie ricchezze interiori: un enorme slancio vitale, la voglia di fare e di lavorare. Dapprima si dedicò al trasporto della ghiaia, creando così l’attività di movimentazione degli inerti e, successivamente, ideò il business delle gru. Fu tra i primi in Italia a inventare le discariche sfruttando il gas sprigionato dai rifiuti per generare energia elettrica.
Non solo, infaticabile lavoratore, negli anni Ottanta Lino fondò a Manzano l’acetaia più grande del mondo, che in pochi anni gli permise di entrare nel guinnes dei primati.
Ma era molto più che un uomo d’azione: aveva capito l’importanza di porre i lavoratori e le loro famiglie nelle migliori condizioni di vita.
Credeva che fosse possibile creare un equilibrio tra solidarietà sociale e profitto, tanto da ritenere che l’organizzazione del lavoro dovesse comprendere altresì un’idea di felicità collettiva, generatrice di efficienza.
Amava profondamente la sua terra, passione che lo condusse a rivestire il ruolo di vicepresidente dell’Udinese Calcio. Con Lino, in una manciata d’anni, l’Udinese volò dalla serie C alla serie A, ma ciò che lo distingueva era anche il suo sensibile animo artistico.
Oltre all’amore per la musica, fu grande estimatore dei pittori friulani, nonché mecenate di artisti del calibro di Mocchiutti, Altieri, Tello, Reina…

Mission

Un Parco naturale con opere e installazioni nella zona di San Gottardo (alle porte di Udine), dove la riqualificazione ambientale, le energie rinnovabili e l’arte, possano portare l’intero ecosistema a creare una sinergia tra i 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile (che saranno realizzati entro il 2030 dall’ Agenda ONU) e i cittadini che usufruiranno dell’intero comprensorio grazie alla donazione della Presidente Raffaella Midolini rivolta al Comune di Udine in memoria di Lino Midolini.

Non basta questo piano di riqualificazione della zona, dobbiamo parlare anche di sviluppo e ricerca scientifica: un innovativo impianto fotovoltaico, un imponente impianto a geoscambio per l’energia termica a basso impatto ambientale con sperimentazione del “teleriscaldamento e teleraffrescamento”, uno studio e ricerca per la produzione di idrogeno “verde” e metano sintetico, la riqualificazione di tutti gli edifici industriali per fornire dei servizi di solidarietà a persone disabili e workshop per artisti che permetteranno di realizzare strumenti efficaci sul territorio per capire il sistema dell’arte contemporanea e l’architettura paesaggistica, sotto la supervisione di professionisti del settore e istituzioni nazionali.